Ala di riserva

scarica il bollettino Insieme del 3 febbraio

In occasione della giornata della vita, ricopio da Vita Trentina una preghiera del vescovo Tonino Bello:
“Ti chiedo perdono, Signore, per ogni peccato contro la vita.
Anzitutto per le vite uccise prima ancora che nascessero.
Sono ali spezzate, sono voli che avevi progettato di fare e ti sono stati impediti.
Viaggi annullati per sempre. Sogni stroncati all’alba.
Ma ti chiedo perdono, Signore, anche per tutte le ali che non ho aiutato a distendersi, per i voli che non ho saputo incoraggiare.
Aiutami, Signore, a dire che “antipasqua” è ogni accoglienza mancata. È ogni rifiuto del pane, della casa, del lavoro, dell’istruzione, dei diritti primari”.
Una preghiera per non abituarci a rifiutare, per non lasciare che il verbo accogliere non si cancelli un po’ alla volta dal nostro vocabolario.
Un caro saluto.

don Gianni

Grandi manovre

scarica il bollettino Insieme del 27 gennaio

Sembra che stiano iniziando le grandi manovre da parte dei soliti furbetti che mescolano le carte in tavola per entrare fra i beneficiari del reddito di cittadinanza: cambi di residenza, variazioni di stato di famiglia… la fantasia, ma possiamo chiamarla anche “arte”, dell’arrangiarsi non conosce soste. Con il prevedibile risultato che alla fine i più “intraprendenti” avranno la meglio sui più bisognosi. Cosa volete mai, “chi arte non sa far, chiuda bottega”.
Mi pare che sotto sotto ci sia un atteggiamento da correggere in ciascuno di noi: quella difficoltà a riconoscere che non abbiamo bisogno di qualsiasi cosa; dovremmo, penso, saper catalogare e ordinare i nostri bisogni e poter dire: di questa cosa ho bisogno, di quest’altra invece no! Operazione difficile in questa nostra cultura che ci impone come assolutamente necessarie cose che non lo sono e ci fa credere che senza di esse la nostra vita è miserella.
Forse ci può aiutare il salmo: “Signore, non vado in cerca di tante cose perché mi basti tu, come a un bambino preso in braccio, basta sua madre.”
Un caro saluto.

don Gianni.

Abbiamo innestato la retro?

scarica il bollettino Insieme del 20 gennaio

Siamo nella settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, che ogni anno, da decenni, unisce tutti i cristiani delle varie chiese (cattolici, protestanti, anglicani, ortodossi…) in una preghiera comune per ottenere da Dio di poter superare le divisioni che nel corso dei secoli sono state costruite per dividere l’unico ovile dell’unico pastore che è Gesù.
E allora, guardando a quello che succede, nasce spontanea la domanda se non stiamo andando indietro: invece di diventare più uniti, sembriamo sul punto di dividerci anche noi cattolici. Basta guardare gli attacchi e le contestazioni che vengono mosse a papa Francesco proprio da certi nostri ambienti.
Ed è anche per questo che il papa ci invita sempre a pregare per lui e per la chiesa, perché possa essere una forza d’unità in questo mondo che, anch’esso purtroppo, si divide sempre più, anche a livello sociale e politico… L’unica realtà che si unisce costantemente sembra essere il mercato, il dio soldo insomma: quello sì, diventa sempre più globale.
Beh, non ci resta che verificare il pomello delle marce: ingranare la prima e avanti con la preghiera comune e con la fiducia nell’azione dello Spirito Santo.
Un caro saluto.

don Gianni.

In coda con quest’umanità

scarica il bollettino Insieme del 13 gennaio

C’è un’app (mi dicono), cioè uno di quei programmi che scarichi sul telefonino, che ti consente di evitare di fare la fila: ti basta un clic e passi davanti a tutti.
Sembra essere un segno distintivo dell’uomo di successo, non dover mai fare la coda, non doversi mai mescolare ai comuni mortali…
Trovo perciò importante l’immagine che la liturgia ci propone questa domenica: Gesù che fa la coda con tutti gli altri per essere battezzato dal Battista nel fiume Giordano.
Un Gesù che sul suo telefonino non avrebbe scaricato le “app” che lo distinguono dagli altri, ma piuttosto quelle che lo rendono sempre più profondamente uno di noi.
Questa cosa l’abbiamo meditata nel Natale, ce la ripete oggi questa epifania, che prima di mostrarci Gesù figlio di Dio ci mostra Gesù figlio dell’uomo.
Figlio dell’uomo, figlio dell’umanità: non di quella perfetta che non esiste, oppure esiste solo come fine verso cui tendere, ma figlio di questa umanità di oggi, che può anche non piacerci, ma che non possiamo non amare, come l’ama lui.
Un caro saluto.

don Gianni.

Oro, incenso e mirra?

scarica il bollettino Insieme del 6 gennaio 2019

Facciamo che siamo i re magi e che dobbiamo scegliere un dono da portare a Gesù bambino: una cosa preziosa che abbiamo, il meglio della nostra produzione. Cosa sceglieremmo? Oro? No: è sempre un ottimo investimento, ma ci farebbe apparire troppo venali e materialisti.
Incenso? Per carità. Più che un aroma prezioso ci sembra un veleno per la gola e per gli occhi che fa tossire e lacrimare… Mirra? Cos’è mai ‘sta mirra, non so nemmeno se esiste ancora. E allora cosa? Cos’è che l’umanità ha di buono da offrire? Facciamo fatica a pensarci? Eppure cose buone ce ne sono anche al giorno d’oggi: l’aspirazione alla giustizia, per esempio; o lo spirito di volontariato autentico; o l’amore e la cura con cui tanti figli circondano i genitori anziani e ammalati… Io, per me, porterei la mia speranza in un’umanità migliore. Non so se vale, perché è prima un dono di Gesù per me che un mio dono per lui… ma fa lo stesso.
E voi?
Un caro saluto.

don Gianni.

Grazie a te, Gesù

scarica il bollettino Insieme del 23 e 30 dicembre

Questo Natale, Gesù, vorrei che il mio buon Natale diventi un grazie.
Un grazie per quello che sono: riconosco in me qualcosa di bello, anche in mezzo ai difetti che vedo in me (ma che vedono soprattutto gli altri…). E poi grazie per la gente che mi sta attorno: non è perfetta, anzi, qualcuno è lontano mille miglia non dico dalla perfezione, ma perfino dall’accettabilità. Ciononostante, se me li hai messi attorno, significa che hanno il loro ruolo. Grazie anche per loro. E grazie per la situazione che vivo. Può essere questo il grazie più difficile da dire, ma voglio provare a dirtelo, Signore, con tutta la convinzione di cui sono capace, perché mi fido di te.
E grazie, Gesù, per quello che riesco a donare. Per il tempo perso per gli altri, per la fatica sopportata, per l’irritazione tenuta a freno, per il sorriso e per la battuta che sono riuscito a tirar fuori e che ha sdrammatizzato qualche situazione tesa, per l’abbraccio col quale ho saputo trasmettere calore…
Di questi grazie cerco di farne un bel pacco regalo, incartandolo nella carta della disponibilità, mettendoci un bel
fiocco di allegria. E lo metto davanti alla tua culla. Lo so, non ne hai bisogno, ma tu sai certo come farlo
servire.
Buon Natale a tutti.

don Gianni.

“un bastardo di meno in giro”.

scarica il bollettino Insieme del 16 dicembre

È uno dei commenti sentiti alla radio questo venerdì, a proposito dell’attentato di Strasburgo… riferito alla morte del terrorista, ovviamente.
Una tristezza infinita. Per le vittime innocenti, anzitutto, fra i quali il giornalista nostro concittadino e per i loro famigliari.
Ma tristezza anche per questo commento, pronunciato con orgoglio e spacciato come senso di giustizia.
Io non ci sto. Capisco che possa essere una reazione istintiva di fronte alla crudeltà dei terroristi, ma sono convinto che questa reazione deve essere superata dall’umanità di chi si arresta davanti alla realtà della vita e della morte, di chi è vittima e di chi è
carnefice. Senza assolvere o senza giustificare, ma anche senza disprezzare.
E mi rattrista che la nostra sensibilità umana si deteriori in questa maniera.
Mi vengono in mente le parole di un’altra vittima, uno dei sette monaci di Tibherine, beati recenti, uccisi dallo stesso terrorismo islamico, che nel suo testamento, prevedendo il suo
assassinio, si rivolge al suo futuro assassino scrivendo: In questo grazie comprendo tutti… Anche te, amico dell’ultimo minuto, che non sapevi quel che facevi. Sì, anche per te voglio prevedere questo Grazie e questo Addio. E che ci sia dato di ritrovarci, ladroni beati, in Paradiso, se piacerà a Dio, nostro Padre comune. Amen! Insciallah.
Un caro saluto.

don Gianni.

Un sì senza se

scarica il bollettino Insieme del 9 dicembre

Sono convinto che, in genere, non siamo proprio cattivi.
C’è in giro gente cattiva e malvagia, è vero (ma di quante persone che conosciamo ce la sentiamo di dire che sono veramente e profondamente cattive e malvagie? Proviamo a contarle…), ma la maggioranza, e penso che ci possiamo mettere dentro anche noi, no.
“Non esistono bambini cattivi, esistono solo bambini indisposti”, diceva una pubblicità di qualche anno fa. Così anche noi, qualche volta siamo indisposti al bene, non perché diciamo un secco no, ma perché non riusciamo o non vogliamo dire un sì
pieno.
Anche di fronte alle chiamate del Signore, non diciamo di solito “No assolutamente! Non se ne parla neanche”, diciamo piuttosto “Sì, ma…; sì forse…; sì, ma devo vedere…”.
La Madonna invece ha detto un sì senza se e senza ma, fidandosi di Dio. Credo che nemmeno lei, come capita spesso a noi, non avesse tutto chiaro e limpido, ma si è fidata di Dio, che
non ci mena per il naso.
E se ci fidassimo anche noi un po’ più del Signore?
Un caro saluto.

don Gianni.

Avvento controvento.

scarica il bollettino Insieme del 2 dicembre

Lo slogan è uscito così, dalla fantasia di una riunione serale.
Avvento controvento come proposta e esercizio a pensare, a ragionare e ad agire in modo diverso, contrario a questa mentalità in cui siamo immersi.
Non si tratta solo di cioccolatini dei calendari d’avvento consumistici: anzi i cioccolatini forse sono alla fine ancora la cosa più innocente.
Si tratta di provare a dire no all’idea di dominio, di muscoli da far vedere in ogni occasione, di parole certe da ripetere incessantemente per soffocare il dialogo.
Per non lasciarci sedurre dal fascino della folla osannante, per cercare di chiedersi, di fronte alle scelte della vita, se sia ancora possibile, se sia ancora saggio, se sia ancora prudente tendere mani aperte invece di sferrare pugni.
Il Signore ci dice sì: non solo ne vale la pena, ma si rivela l’unica scelta sensata, saggia e prudente.
Affinché l’avvento ci aiuti a trovare la luce del Natale di Gesù, e ci riscaldi la mente e il cuore.
Un caro saluto.

don Gianni.

Cristo Re. Che strano re!

scarica il bollettino Insieme del 25 risto Re. Che strano re!novembre

Non vi chiamo servi, dice Gesù, ma amici. Cioè non siamo sudditi che eseguono e seguono per forza, ma amici e famigliari che collaborano per amore. O almeno così dovrebbe essere. Gesù è uno strano re, un re che non ha sudditi, ma piuttosto compagni di cammino, collaboratori, appunto. Forse è anche questo un senso della risposta che dà a Pilato “il mio regno non è di questo mondo”.
Bella cosa. Però, a guardare bene, non ci piace del tutto. Talvolta preferiremmo essere sudditi che aspettano regali dal sovrano, piuttosto che persone responsabili che si impegnano a costruire insieme un regno, un’umanità di verità, di giustizia e libertà.
Perché essere sudditi è più comodo, meno faticoso e fornisce la giustificazione per imbrogliare. Rischiamo insomma di essere degli aspiranti imbroglioni che imbrogliano sè stessi (e talvolta ci riusciamo!) e perfino il Signore (e talvolta ci proviamo!).
Per fortuna la bontà di Dio è anche a prova di imbroglio.
Un caro saluto.

don Gianni.