“un bastardo di meno in giro”.

scarica il bollettino Insieme del 16 dicembre

È uno dei commenti sentiti alla radio questo venerdì, a proposito dell’attentato di Strasburgo… riferito alla morte del terrorista, ovviamente.
Una tristezza infinita. Per le vittime innocenti, anzitutto, fra i quali il giornalista nostro concittadino e per i loro famigliari.
Ma tristezza anche per questo commento, pronunciato con orgoglio e spacciato come senso di giustizia.
Io non ci sto. Capisco che possa essere una reazione istintiva di fronte alla crudeltà dei terroristi, ma sono convinto che questa reazione deve essere superata dall’umanità di chi si arresta davanti alla realtà della vita e della morte, di chi è vittima e di chi è
carnefice. Senza assolvere o senza giustificare, ma anche senza disprezzare.
E mi rattrista che la nostra sensibilità umana si deteriori in questa maniera.
Mi vengono in mente le parole di un’altra vittima, uno dei sette monaci di Tibherine, beati recenti, uccisi dallo stesso terrorismo islamico, che nel suo testamento, prevedendo il suo
assassinio, si rivolge al suo futuro assassino scrivendo: In questo grazie comprendo tutti… Anche te, amico dell’ultimo minuto, che non sapevi quel che facevi. Sì, anche per te voglio prevedere questo Grazie e questo Addio. E che ci sia dato di ritrovarci, ladroni beati, in Paradiso, se piacerà a Dio, nostro Padre comune. Amen! Insciallah.
Un caro saluto.

don Gianni.

Un sì senza se

scarica il bollettino Insieme del 9 dicembre

Sono convinto che, in genere, non siamo proprio cattivi.
C’è in giro gente cattiva e malvagia, è vero (ma di quante persone che conosciamo ce la sentiamo di dire che sono veramente e profondamente cattive e malvagie? Proviamo a contarle…), ma la maggioranza, e penso che ci possiamo mettere dentro anche noi, no.
“Non esistono bambini cattivi, esistono solo bambini indisposti”, diceva una pubblicità di qualche anno fa. Così anche noi, qualche volta siamo indisposti al bene, non perché diciamo un secco no, ma perché non riusciamo o non vogliamo dire un sì
pieno.
Anche di fronte alle chiamate del Signore, non diciamo di solito “No assolutamente! Non se ne parla neanche”, diciamo piuttosto “Sì, ma…; sì forse…; sì, ma devo vedere…”.
La Madonna invece ha detto un sì senza se e senza ma, fidandosi di Dio. Credo che nemmeno lei, come capita spesso a noi, non avesse tutto chiaro e limpido, ma si è fidata di Dio, che
non ci mena per il naso.
E se ci fidassimo anche noi un po’ più del Signore?
Un caro saluto.

don Gianni.

Avvento controvento.

scarica il bollettino Insieme del 2 dicembre

Lo slogan è uscito così, dalla fantasia di una riunione serale.
Avvento controvento come proposta e esercizio a pensare, a ragionare e ad agire in modo diverso, contrario a questa mentalità in cui siamo immersi.
Non si tratta solo di cioccolatini dei calendari d’avvento consumistici: anzi i cioccolatini forse sono alla fine ancora la cosa più innocente.
Si tratta di provare a dire no all’idea di dominio, di muscoli da far vedere in ogni occasione, di parole certe da ripetere incessantemente per soffocare il dialogo.
Per non lasciarci sedurre dal fascino della folla osannante, per cercare di chiedersi, di fronte alle scelte della vita, se sia ancora possibile, se sia ancora saggio, se sia ancora prudente tendere mani aperte invece di sferrare pugni.
Il Signore ci dice sì: non solo ne vale la pena, ma si rivela l’unica scelta sensata, saggia e prudente.
Affinché l’avvento ci aiuti a trovare la luce del Natale di Gesù, e ci riscaldi la mente e il cuore.
Un caro saluto.

don Gianni.

Cristo Re. Che strano re!

scarica il bollettino Insieme del 25 risto Re. Che strano re!novembre

Non vi chiamo servi, dice Gesù, ma amici. Cioè non siamo sudditi che eseguono e seguono per forza, ma amici e famigliari che collaborano per amore. O almeno così dovrebbe essere. Gesù è uno strano re, un re che non ha sudditi, ma piuttosto compagni di cammino, collaboratori, appunto. Forse è anche questo un senso della risposta che dà a Pilato “il mio regno non è di questo mondo”.
Bella cosa. Però, a guardare bene, non ci piace del tutto. Talvolta preferiremmo essere sudditi che aspettano regali dal sovrano, piuttosto che persone responsabili che si impegnano a costruire insieme un regno, un’umanità di verità, di giustizia e libertà.
Perché essere sudditi è più comodo, meno faticoso e fornisce la giustificazione per imbrogliare. Rischiamo insomma di essere degli aspiranti imbroglioni che imbrogliano sè stessi (e talvolta ci riusciamo!) e perfino il Signore (e talvolta ci proviamo!).
Per fortuna la bontà di Dio è anche a prova di imbroglio.
Un caro saluto.

don Gianni.

Virus d’Amore

scarica il bollettino Insieme del 18 novembre

Ho conosciuto in questi giorni un ragazzo, Matteo F. Conosciuto per modo di dire, perché è morto alcuni anni fa, a 19 anni. Di tumore alla testa, dopo una malattia vissuta con
consapevolezza, fede e speranza. Ha lasciato un diario, ingenuo e al tempo stesso profondo. Scrive: “Spero di riuscire a realizzare la mia missione di “infiltrato” tra i giovani, parlando
loro di Dio (illuminato proprio da Lui)… Osservo chi mi sta intorno, per entrare fra loro silenzioso come un virus e contagiarli di una malattia senza cura, l’Amore!”.
Tanto di cappello a un ragazzo che sa pensare, scrivere e vivere cose del genere. E mi viene in mente una frase dei salmi: “Per i santi che sono sulla terra del Signore, come ha reso grande il mio affetto per loro”. Sottolineo la parola -affetto-. In questa nostra atmosfera inquinata da odio, violenza e tutto il resto, abbiamo proprio bisogno di boccate d’aria pura. Probabilmente non solo di boccate, ma di bombole, come
l’ossigeno all’ospedale. Abbiamo bisogno di persone semplici, profonde e giuste, che come “alberi piantati lungo il fiume” purifichino l’ambiente. E ci ridonino fiducia nell’umanità.
Un caro saluto.

don Gianni.

Ringraziando…

scarica il bollettino Insieme del 11 novembre

Ogni anno torna la festa del ringraziamento, a ricordarci un atteggiamento che altrimenti rischierebbe di scomparire dalla faccia della terra: la gratitudine.
O meglio, non è che non ci sia più gratitudine a questo mondo, ma spesso è intesa male, come una contropartita “dovuta” al potente di turno per “favori” ricevuti.
Favori talvolta innocenti, qualche volta invece non proprio limpidi.
Ma noi abbiamo bisogno non di “rendere favori”, ma di essere grati, di una gratitudine libera, di poter dire
semplicemente grazie senza sentirci costretti a ricambiare.
Anche col Signore, anzi, soprattutto col Signore!
Abbiamo bisogno di essergli grati senza sentirci obbligati ad essere buoni: la bontà allora sarà un frutto
naturale e spontaneo della gratitudine.
Come i bambini che non possono rendere i favori che ricevono.
Forse è anche questo un aspetto di quel regno dei cieli in cui possono entrare solo coloro che sanno farsi bambini.
Un caro saluto.

don Gianni.

Le funi caddero per me su una terra che mi piace…

scarica il bollettino Insieme del 4 novembre

Mi è sempre piaciuta questa (vecchia) traduzione del salmo 15, che esprime il fatto che il credente guarda con
favore, con animo positivo, la situazione in cui si trova.
È come se dicesse al Signore: “mi hai messo qui, in questa situazione, con queste persone, con questi problemi e
con queste difficoltà; riconosco che è la situazione migliore per me.”
Lo so che possono sembrare discorsi da fantascienza a chi vive situazioni difficili, talvolta disperate, eppure…
Eppure penso che un atteggiamento sostanzialmente positivo sia indispensabile per la serenità di chi sa reagire facendo i conti con la realtà senza perdersi in sterili lamenti o in
fantasie irrealizzabili.
Mi piace questa terra in cui mi trovo, in cui il Signore mi ha messo. Qualche volta magari brontolo, qualche volta magari invidio l’erba del vicino che è sempre più verde della mia, ma poi mi accorgo che è qui che sono chiamato a seminare e a coltivare, e cerco di farlo al meglio.
Grazie, Signore.
Un caro saluto,

don Gianni.

Solletico al diavolo

scarica il bollettino Insieme del 28 ottobre

Papa Francesco ha invitato noi credenti alla recita del rosario per contrastare l’azione del diavolo contro la chiesa.
Ma capita a tutti (quelli che pregano, ovviamente) di avere l’amara impressione che invece di riuscire a contrastare l’azione del demonio, il più delle volte riusciamo a malapena a fargli… il solletico.
E non solo nella preghiera.
In ogni campo sembra di poter fare così poco per contrastare il male del mondo… solo solletico, appunto.
Le forze dell’ordine sequestrano una grossa partita di droga: solo solletico al grande commercio mondiale.
Le persone oneste pagano regolarmente le tasse: solletico nei confronti dei grandi evasori.
Ci si impegna per la pace con gesti di perdono e di amicizia: solo solletico di fronte al commercio di armi. E così
avanti… solletico l’azione educativa dei genitori, l’impegno nel lavoro, la dedizione in famiglia… Solo solletico, concludiamo sconsolati! Solo solletico??
Abbiate fede, ci dice Gesù, neanche un bicchier d’acqua andrà perduto. Meno male!
Un caro saluto.

don Gianni

Eccoci, siamo pronti

scarica il bollettino Insieme del 21 ottobre

Da una preghiera dei missionari…
“Eccoci pronti, Signore Gesù.
Pronti a correre sulle strade della nostra vita per testimoniare il Vangelo.
Pronti a correre sui ponti del mondo, come gli apostoli han corso sulle tue orme.
Pronti a correre sulle strade della gioia, perché nessuno sia solo e triste.
Pronti a correre sulle strade della condivisione per abbattere il muro delle disuguaglianze.
Pronti a correre sulle strade della compassione per vincere il filo spinato dell’indifferenza.
Pronti a riconoscerci fratelli in cammino con tutta la gente del mondo sulle tante strade che, da mille e mille punti nel mondo, conducono allo spiazzo sterminato del tuo amore, il cui nome è missione”. (ispirato da “L’animatore Missionario 4/18).
Come tante preghiere che tessono il nostro rapporto col Signore, anche questa esprime un desiderio, un anelito più che una realtà. Insomma ci proviamo! Anche in questa giornata missionaria mondiale 2018.

Buona domenica

don Gianni

Rendo grazie a Dio

scarica il bollettino Insieme del 14 ottobre

“In un’epoca storica dove essere cristiani è fuori moda, ora che la chiesa è condannata perennemente da mass-media affamati di scandali… ora io, con i miei 21 anni combattuti,
con le mie lotte e i miei dubbi, io rendo grazie a Dio… lo ringrazio perché mi ha fatto vivere il Vangelo”.
È una delle testimonianze che una ragazza che ha passato il mese dell’esperienza estiva con il centro missionario in una missione in Asia, ha reso alla veglia missionaria diocesana nei giorni scorsi.
È il fascino che il vangelo continua ad esercitare; ma è anche il fascino, oso dire, della chiesa. Questo fascino che ‘sta povera comunità cristiana riesce ancora ad esercitare quando è vicina al vangelo. Il che sembra capitare, purtroppo, quasi solo nei paesi di missione.
E noi qui, fedeli e preti, spesso un po’ stanchi e appannati, perseveriamo nella speranza che il profumo del vangelo, e anche, perché no, quello della chiesa, continuino ad effondersi
in questa primavera dell’umanità, riuscendo a vincere la puzza delle nostre mediocrità.
Un caro saluto.

don Gianni.