Moralismi passeggeri

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Puntualmente ritornano ad ogni emergenza. Li abbiamo sentiti qualche anno fa in occasione di Vaia, la tempesta che ha distrutto gran parte del patrimonio boschivo dei nostri monti; li stiamo sentendo in queste settimane con il coronavirus.
Li sentiamo ripetere le riflessioni sulla fragilità dell’uomo che si crede onnipotente, con tutto l’universo ai suoi piedi e poi scopre che basta il vento o una epidemia a metterlo in ginocchio…
Considerazioni vere, intendiamoci, sacrosante.
Solo che… solo che, appena passata l’emergenza, tutto ritorna come prima. Ci basta così poco per dimenticare le considerazioni sui nostri deliri di grandezza e rialzare la cresta per ritornare a far risuonare notte e giorno il nostro chicchirichì, folcloristico, se volete, ma anche fastidioso e soprattutto ridicolo.
Tentazione umana di chi si crede onnipotente e si compiace di credersi tale. Gesù ci ricorda che è un pericolo costante e solo tenendo fisso lo sguardo su Dio e sulla sua parola possiamo mantenere il senso delle proporzioni e non crederci re dell’universo mentre invece siamo, ben che vada, solamente re del pollaio di casa.
Un caro saluto

don Gianni.