Solidarizziamoci e… donate!

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È un po’ come l’”armiamoci e partite” di venerabile memoria. Mi piace sentire (mi piace per modo di dire) e leggere qua e là gli appelli di qualche personaggio di buona volontà che propongono ricette infallibili per superare le difficoltà dei tempi presenti.
Ricette che consistono in solidarietà coniugata al “tu, egli, voi, essi”, quasi mai all’ “io, noi”.
Ci si rivolge con grande sdegno ai politici: “rinunciate alle vostre indennità”, o (con sdegno minore) ai campioni dello sport, o ai pensionati d’oro… insomma, è sempre facile trovare qualcuno che dovrebbe rinunciare a parte delle proprie entrate per sostenere lavoratori e imprese in crisi.
Affascinante! Mi ci unisco anch’io a questa folla vociante di fans del “donate, donate, sostenete”. Affascinante e soprattutto facile e comodo.
Peccato che siamo (che cerchiamo di essere) discepoli di quel maestro che ci invita a prendere ogni giorno la nostra croce e andargli dietro. Come dire: “comincia tu a fare la tua parte, senza pretendere dagli altri”. Touché.
Un caro saluto.

don Gianni.