Chi crede sul serio

scarica il bollettino Insieme del 24 marzo

Qualche volta magari capita anche a voi di chiedervi se esiste ancora qualcuno che crede sul serio, che prende sul serio la sua fede: non dico qualcuno che non abbia mai nessun dubbio, ma che sostanzialmente cerca e riesce a vivere la sua vita orientato al vangelo.
A me capita di chiedermelo: prima di tutto guardando alle mie incoerenze, ma poi anche reso perplesso da tanti (troppi) esempi non proprio brillanti di cui abbiamo notizia.
Direi allora che per reagire allo sconcerto che ci può prendere, alla tentazione di concludere che tanto non vale la pena, dobbiamo scrutare un po’ sotto la superficie, per vedere e
apprezzare la fede semplice e robusta di tanta gente che agisce bene, giorno dopo giorno, proprio accanto a noi.
Mi viene in mente quello che diceva un vecchio saggio ebreo, che probabilmente viveva a Venezia: che i giusti sono come le palafitte, i pali confitti sott’acqua che sostengono palazzi veneziani. Anche i giusti sostengono l’umanità, senza, di solito, apparire troppo.
Un caro saluto.

don Gianni.

San Giuseppe e la festa del papà

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Se fare i genitori oggi è più difficile di ieri, questo vale soprattutto per il papà: ci sono un mucchio di analisi sociologiche che parlano di crisi della figura paterna, di società senza padri, di “no all’autorità e sì all’autorevolezza”, e via dicendo, che uno, se volesse seguire tutto quello che si dice sul buon papà, non
saprebbe più dove battere la testa.
San Giuseppe, per fortuna, non parla: nel vangelo parla poco anche la Madonna, ma Giuseppe niente del tutto.
Riveste semplicemente il suo ruolo di rappresentante di Dio Padre.
Penso che questo possa valere anche per ogni papà cristiano: essere consapevole, fiero e felice di incarnare nei confronti dei propri figli la paternità di Dio: protezione, sicurezza, autorevolezza… E pazienza, tanta pazienza. Come il padre della
parabola dei due figli, che scruta ogni giorno l’orizzonte, spiando il ritorno del figlio minore che è partito.
Con fantasia e sapienza, senza ricette preconfezionate che possono aiutare sì, ma non risolvono mai (neanche le 5 regole d’oro per essere un buon papà che trovate in internet), ognuno
deve sviluppare la ricetta del caso.
Un caro augurio allora a tutti i papà. don Gianni.

Fa bene fare il bene

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Fa bene a chi? A me, a te, a tutti e a tutto, a tutta la creazione. È l’idea che sottolinea papa Francesco nel suo messaggio per la Quaresima. Non se l’è mica inventata lui; l’ha presa da S. Paolo che in una sua lettera, quella ai Romani, dice che tutta la creazione attende con impazienza che si manifestino i figli di Dio.
Vuol dire in pratica che tutte le cose di questo mondo hanno fretta che noi, credenti, ci manifestiamo per quello che siamo, cioè che il nostro agire sia più profondamente e più completamente possibile un agire secondo la legge del bene.
È un po’ come se quando sono indeciso tra fare una cosa giusta che mi pesa e farne un’altra ingiusta che invece mi conviene di più, non solo la mia coscienza mi richiamasse a scegliere la cosa giusta, ma addirittura le piante del mio giardino e l’acqua della fontana facessero il tifo per esortarmi a fare la cosa buona.
Semplifico troppo? Un po’ di sicuro, ma non mi pare di essere completamente fuori dal seminato, se è vero che “che tutta la creazione geme, aspettando anch’essa di essere redenta”, cioè liberata dal male.
È un augurio a vivere una buona Quaresima “cosmologica”
don Gianni.

Pagliuzze, travi e macine da mulino

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Ci sono tutti gli elementi per far riflettere noi preti: nei vangeli e nelle cronache di questa settimana. Parlo dello scandalo degli abusi sessuali.
Quante volte ci siamo fermati a considerare e tuonare contro le pagliuzze negli occhi degli altri, a cominciare dai fedeli non troppo fedeli, e ci siamo dimenticati di fare
attenzione alle travi nei nostri occhi: (solo) adesso ce ne accorgiamo, ora che qualcuno gira le travi nelle ferite,
facendoci male.
C’è forse una lezione dietro queste vicende, una lezione che il Signore vuole che impariamo. Forse una lezione di umiltà? Forse una lezione di più silenzio? Se lo scrollone è così violento, probabilmente significa che facevamo troppo i sordi. Ora le parole non servono: anche le vittime ci rinfacciano di coprirci dietro le parole. Allora forse è il momento solo di tacere e di sperare che il Signore Gesù non si stufi di noi (e la macina da mulino da legarsi al collo resti solo un rimprovero!)
Un saluto, un po’ amaro.

don Gianni

Genitori preoccupati

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Tutti i genitori sono preoccupati, chi più chi meno, per l’avvenire dei loro figli. Le domande che si fanno, beh, le sappiamo tutti o le possiamo immaginare: troverà lavoro? troverà la sua strada? sarà felice?
Ma alcuni genitori sono più preoccupati degli altri: mi riferisco a quelli che hanno un figlio adottivo straniero.
C’è un sentimento di rifiuto in giro, che se prima era nascosto o represso, adesso sembra aver rotto gli argini della riprovazione sociale e si manifesta addirittura con un certo orgoglio…
Sicché, oltre le difficoltà di tutti, oltre alle difficoltà che derivano magari da vissuti traumatici dei figli, questi
genitori devono chiedersi anche: “ In che mondo, in che società dovrà vivere mio figlio?
La domanda però vale per tutti: vogliamo costruire una società di scritte minacciose sui muri di casa?
E la risposta la costruiamo tutti.
Un caro saluto

don Gianni

Alla fiera dell’est, per due soldi, una pistola mio padre comprò.

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La fiera in questione è quella delle armi, che si tiene a Vicenza in queste settimane: sembra che quella delle armi sia la nuova tendenza, in questo clima di delinquenza dilagante e di ricerca di sicurezza… Se poi nasce qualche polemica, per il fatto che qualcuno ci porta i figli e fa provare loro a fare qualche “tiro”, la colpa è dei soliti moralisti bacchettoni che ci vorrebbero tutti inermi e contenti di essere vittime di violenti e delinquenti.
Anche in questo campo mi pare di assistere al ribaltamento delle posizioni, per cui i veri violenti, che non vogliono ordine, tranquillità e sicurezza, sarebbero quelli che si oppongono al libero commercio delle armi… un po’ come succede per i migranti, dove quelli che vogliono veramente bene agli Africani sarebbero quelli che chiedono di chiudere i porti: gli altri sono tutti complici degli scafisti e dei trafficanti di carne umana.
Non è che stiamo diventando così complicati da confondere con troppa disinvoltura il bene e il male?
Sia il vostro parlare sì quando è sì e no quando è no, dice Gesù. Tutto il resto viene dal maligno.
Un caro saluto

don Gianni.

Ma sulla tua parola…

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Lo dice Pietro a Gesù, quando il Signore lo invita a gettare le reti: “Ci abbiamo provato tutta la notte e non abbiamo preso niente… ma sulla tua parola…”

Riprovare. A questo ci chiama il Signore, riprovare nonostante gli insuccessi e l’apparente inutilità dell’impegno profuso. Senza perdere la fiducia e la speranza. Vale in tante situazioni umane. Vale per le famiglie in crisi, dove, a quanto dicono gli
osservatori, sembra prevalere la tendenza a dichiarare forfait al primo ostacolo, a ritenere che, siccome ci sono delle difficoltà, ormai l’amore sia morto e sepolto e non abbia più senso cercare di rianimare un cadavere…
Vale spesso nei confronti dei figli, dove la sensazione di aver lavorato per niente diventa talvolta una triste percezione di fallimento…
Vale in chissà quante esperienze di ciascuno…
Insomma, mi fido di te, Gesù, anche se di pesche miracolose, finora, neanche l’ombra!
Un caro saluto.

don Gianni.

Ala di riserva

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In occasione della giornata della vita, ricopio da Vita Trentina una preghiera del vescovo Tonino Bello:
“Ti chiedo perdono, Signore, per ogni peccato contro la vita.
Anzitutto per le vite uccise prima ancora che nascessero.
Sono ali spezzate, sono voli che avevi progettato di fare e ti sono stati impediti.
Viaggi annullati per sempre. Sogni stroncati all’alba.
Ma ti chiedo perdono, Signore, anche per tutte le ali che non ho aiutato a distendersi, per i voli che non ho saputo incoraggiare.
Aiutami, Signore, a dire che “antipasqua” è ogni accoglienza mancata. È ogni rifiuto del pane, della casa, del lavoro, dell’istruzione, dei diritti primari”.
Una preghiera per non abituarci a rifiutare, per non lasciare che il verbo accogliere non si cancelli un po’ alla volta dal nostro vocabolario.
Un caro saluto.

don Gianni

Grandi manovre

scarica il bollettino Insieme del 27 gennaio

Sembra che stiano iniziando le grandi manovre da parte dei soliti furbetti che mescolano le carte in tavola per entrare fra i beneficiari del reddito di cittadinanza: cambi di residenza, variazioni di stato di famiglia… la fantasia, ma possiamo chiamarla anche “arte”, dell’arrangiarsi non conosce soste. Con il prevedibile risultato che alla fine i più “intraprendenti” avranno la meglio sui più bisognosi. Cosa volete mai, “chi arte non sa far, chiuda bottega”.
Mi pare che sotto sotto ci sia un atteggiamento da correggere in ciascuno di noi: quella difficoltà a riconoscere che non abbiamo bisogno di qualsiasi cosa; dovremmo, penso, saper catalogare e ordinare i nostri bisogni e poter dire: di questa cosa ho bisogno, di quest’altra invece no! Operazione difficile in questa nostra cultura che ci impone come assolutamente necessarie cose che non lo sono e ci fa credere che senza di esse la nostra vita è miserella.
Forse ci può aiutare il salmo: “Signore, non vado in cerca di tante cose perché mi basti tu, come a un bambino preso in braccio, basta sua madre.”
Un caro saluto.

don Gianni.

Abbiamo innestato la retro?

scarica il bollettino Insieme del 20 gennaio

Siamo nella settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, che ogni anno, da decenni, unisce tutti i cristiani delle varie chiese (cattolici, protestanti, anglicani, ortodossi…) in una preghiera comune per ottenere da Dio di poter superare le divisioni che nel corso dei secoli sono state costruite per dividere l’unico ovile dell’unico pastore che è Gesù.
E allora, guardando a quello che succede, nasce spontanea la domanda se non stiamo andando indietro: invece di diventare più uniti, sembriamo sul punto di dividerci anche noi cattolici. Basta guardare gli attacchi e le contestazioni che vengono mosse a papa Francesco proprio da certi nostri ambienti.
Ed è anche per questo che il papa ci invita sempre a pregare per lui e per la chiesa, perché possa essere una forza d’unità in questo mondo che, anch’esso purtroppo, si divide sempre più, anche a livello sociale e politico… L’unica realtà che si unisce costantemente sembra essere il mercato, il dio soldo insomma: quello sì, diventa sempre più globale.
Beh, non ci resta che verificare il pomello delle marce: ingranare la prima e avanti con la preghiera comune e con la fiducia nell’azione dello Spirito Santo.
Un caro saluto.

don Gianni.