“LA STRADA”, nuova Lettera del
Vescovo Lauro alla comunità.

Scarica il bollettino Insieme 21 e 28 agosto

FORZA
“Quando proposi la teoria della relatività, pochissimi mi capirono; e anche quello che rivelerò a te ora, perché tu lo trasmetta all’umanità si scontrerà con l’incomprensione e i pregiudizi del mondo. Vi è una forza estrema mente potente per la quale la scienza finora non ha trovato una spiegazione formale.
È una forza che comprende e gestisce tutte le altre, ed è dietro a qualsiasi fenomeno che opera nell’universo. Questa forza universale è l’Amore”. Parole straordinarie di un uomo straordinario. Albert Einstein le scriveva, stando ai critici, alla figlia Lieserl, in una lettera ai più poco nota, intrisa di evidenti seppur indiretti richiami biblici, filosofici (da Platone ad Aristotele, da Plotino a Sant’Agostino a Teilhard de Chardin) e ovviamente poetici: su tutti, in
particolare, il riferimento a Dante e all’ultimo approdo del Paradiso e
dell’intera Divina Commedia: “l’amor che move il sole e l’altre stelle”.
Lo scienziato per antonomasia attribuisce all’amore lo stesso peso specifico
della forza di gravità. L’amore è ciò che ci tiene uniti al mondo, con i piedi
fieri di calcarne la terra. Di più, fa in modo – argomenta Einstein – che “le
persone si sentano attratte dalle altre”. “L’Amore – prosegue il grande fisico e
matematico – è luce, visto che illumina chi lo dà e chi lo riceve, è potenza
perché moltiplica il meglio che è in noi, e permette che l’umanità non si
estingua nel suo cieco egoismo. L’Amore svela e rivela. Per Amore si vive e si
muore. Questa forza spiega il tutto e dà un senso maiuscolo alla vita”. Einstein
conclude, rivolgendosi alla figlia: “Quando impareremo a dare e ricevere
questa energia universale, vedremo come l’A more vince tutto, trascende tutto
e può tutto, perché l’Amore è la quintessenza della vita”.
Sorprende questo tributo laico all’amore come chiave di lettura dell’esistenza.
In esso vi è già una risposta alla necessità di abitare pienamente la
complessità, senza timore di esserne soffocati.