Ecco “LA STRADA”, nuova Lettera del Vescovo Lauro alla comunità.

Scarica il bollettino Insieme del 10-17-24 luglio

Un invito al coraggio ad abitare la complessità del reale e a vivere la vita nel segno della gratuità. Sul modello di Gesù di Nazareth.
ALTERNATIVI
Se si chiedesse a un adulto qual è la strada migliore per arrivare da un punto ‘a’ a un punto ‘b’, non avrebbe tentennamenti. Ovviamente, risponderemmo d’istinto anche noi, la strada migliore ricalca la linea retta che unisce i due punti, quella che in meno tempo mi conduce alla meta.
Se la stessa domanda venisse fatta a un bambino, probabilmente la risposta sarebbe un’altra. La linea di congiunzione tra ‘a’ e ‘b’ difficilmente verrebbe tracciata col righello. Potrebbe invece diventare un lungo arzigogolo. Con lo stesso punto di avvio e il medesimo traguardo, ma attraverso percorsi alternativi. E ai dubbi dell’adulto sul perché mai quella dovrebbe essere la strada migliore, il bambino noterebbe con assoluta spontaneità: “Mi hai chiesto di individuare la strada migliore, non quella più veloce!”.
Abbiamo costruito autostrade fisiche e telematiche per facilitarci la vita, abbreviando giustamente i tempi dell’attesa. Volendo renderla più agevole, in realtà corriamo il rischio di appiattire la nostra esistenza.
Eliminando i saliscendi e i percorsi tortuosi, perdiamo l’opportunità di percorrere itinerari più stimolanti e gustare panorami affascinanti.
Abbiamo eletto noi stessi a metro di misura del vero e del buono, ritenendo inutile la fatica della ricerca, il gusto del confronto, la sorpresa della scoperta. La verità è pluriforme. Appartiene agli uomini e alle donne che declinano se stessi al plurale, amanti del noi.

Rifugge le scorciatoie e si alimenta con il volto e le impronte dei nostri compagni di viaggio.
NARRAZIONI
La riprova dell’allergia alla fatica della verità, la ritroviamo nella nostra storia più recente dove i virologi, da un giorno all’altro, sono stati sostituiti dagli strateghi militari e dai luminari della geopolitica. Le cronache drammatiche della guerra nel cuore dell’Europa hanno scalzato d’un colpo i bollettini quotidiani dell’emergenza sanitaria. Il conflitto ci consegna un pesantissimo carico di morte innocente e un dolore vagante stampato negli occhi di milioni di profughi. Tuttavia mentre plaudo allo slancio solidale delle nostre comunità, delle istituzioni e di tante singole persone, rilevo con enorme disagio e senso di impotenza il fatto che, a poco più di cento giorni dall’inizio della guerra, compare la noia e l’assuefazione: quelle icone di sofferenza si stanno, mano a mano, sfuocando.
La macchina della propaganda, i racconti dettati dagli interessi di parte, le ricostruzioni a tavolino spacciate per reportage dal fronte, le immagini avulse dal loro contesto rischiano di immergerci in un vortice spesso incontrollato di fake-news dove la verità cede il passo alla
mistificazione e alla falsità. Tornare al reale è la grande urgenza di quest’ora della storia, al di là di questa guerra e dei tanti conflitti dimenticati che fanno grondare sangue al pianeta. Come sempre accade, quando i fatti sono sottomessi alle parole, diventano chiacchiera, opinione, ipotesi, sensazione. La Chiesa stessa non è immune dalla concreta possibilità di decadere in mormorazione, idee astratte, dibattiti surreali, stantia ripetizione di riti e parole evanescenti. – continua…