Scarica il bollettino Insieme del 10 marzo

Cari parrocchiani,
l’uomo religioso, di tutti i tempi e di ogni cultura, porta inscritta nel suo DNA l’intima convinzione che la malattia e la disgrazia siano mandate da Dio quale giusta punizione per colpe commesse, a volte evidenti, altre volte, la maggior parte, nascoste. Questa lettura distorta del pensiero divino non ha risparmiato neanche i discepoli di Gesù e, in fondo, nemmeno noi.
Se Dio dovesse pensare secondo le categorie della retribuzione allora nessuno sarebbe al sicuro. Tutti siamo dentro una storia di peccato, nostro o di chi ci ha preceduti.
Leggere ciò che ci accade secondo queste categorie ci porta alla disperazione di non poter cambiare le cose.
Per questo il Maestro invita i suoi a convertire lo sguardo sul male: «È perché siano manifestate le opere di Dio». Ossia dentro l’esperienza della fede non c’è più la totale negatività di un evento. Anzi, in ogni ambito della vita Dio interviene è salva, se noi lo chiediamo e lo desideriamo veramente. E se ciò, da un lato, fa emergere la nostra cecità spirituale dalla nascita, dall’altro, i gesti compiuti da Gesù narrano l’intervento creativo di Dio che dona all’uomo una rinnovata visione ed esperienza di vita.

Buona quarta domenica di Quaresima!
don Christian